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Descrizione

Analogamente agli altri comuni della valle, più fattori concorrono a definire e qualificare in senso profondo gli spazi ed i tempi della devozione e della organizzazione ecclesiastica nel territorio di Miazzina.
Innanzitutto l'uomo, le comunità, con i loro riti e le loro devozioni, parte fondativa essenziale, in quanto artefici del riproporsi nel tempo di un sistema più o meno ricco di segni, architetture e manufatti devozionali ed ecclesiastici riconosciuti dalle popolazioni stesse.
Sullo sfondo è la matrice storica, con il centro di Miazzina unito al polo organizzativo della pieve di San Vittore a Intra ed alla degania di San Pietro di Trobaso. E' un atto del 1130 a documentare la sottomissione dell'abitato di Miazzina all'autorità pievata: da essa infatti dipendevano, prima della formazione delle parrocchie, sia la "cura animarum", sia l'esazione della decima sacramentale.
La chiesa venne eretta a parrocchia il 20 gennaio 1618 con decreto del vescovo cardinale Ferdinando Taverna, staccandola dalla chiesa matrice di S. Vittore d'Intra e dalla chiesa capoluogo di degagna S. Pietro di Trobaso.
Fu consacrata il 14 gennaio 1908 dal vescovo mons. Giuseppe Gamba.

Sul territorio è poi la rete dei percorsi di collegamento con gli innumerevoli nuclei abitati della costa collinare e dei paesi del piano, e con lo stesso centro pievano, nonchè con gli alpeggi ed i pascoli, a fornire anche l'occasione per la realizzazione di molti dei manufatti votivi a segno di passaggi, soste e accessi.

"Ho fatto la visita diligentemente della strada per la quale si vene dalla detta terra (Miazzina) alla parochiale di San Pietro et a Trovaso ove risiede il canonico lor curato, qual ho trovata molto difficoltosa et maxime in questi tempi d'inverno per li grandi giazzi e nevi, ho ancho visti doi torenti qual traversano detta strada, qual dalla rotura che fano e dalli segni evidenti sin dove è vinuta l'acqua, facilmente si comprende che a tempi di illuvione non si possano passar"

Giovanni Antonio Peterro,
vicario foraneo e preposito di Intra, 5 febbraio 1594

Rispetto alla morfologia del paese, diviso in due settori, Miazzina di Dentro e Miazzina di Fuori - rispettivamente in dialetto Lög dent e Log là - la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Lucia, ne costituisce il raccordo monumentale e funzionale.

Tra le architetture minori e i segni votivi sparsi per il paese ed i dintorni, un aspetto singolare riveste la cappella nei pressi del municipio.
Essa reca, entro un riquadro rettangolare, una raffigurazione del Compianto del Cristo morto databile all'Ottocento. Ai lati la decorazione a bugne dipinte è scomparsa in alcuni punti; affiora così una decorazione precedente caratterizzata da elementi macabri (sono visibili un techio e delle ossa).
Alla decorazione più antica appartiene anche la scritta entro una cartella dipinta che si trova tra le due mensole centrali sotto il tetto: BEATI MO... / IN DOMINIO MO[R]UNT.
La presenza di temi macabri e il tenore della scritta fanno supporre che la cappella fosse in origine inserita in un contesto cimiteriale.
Del resto la struttura architettonica del manufatto è molto incongrua: generalmente le cappelle hanno un frontone che impone un orientamento delle falde del tetto diverso da quello qui utilizzato; l'uso delle mensole sotto il tetto non è altrove riscontrabile: le lastre che formano la mensola alla base della cappella non sono originali; inoltre le due colonne della fronte sono state inserite per sostenere la cappella, altrimenti destinata a cadere in avanti.
Si può ipotizzare che questo manufatto facesse in origine parte del muro di cinta del vecchio cimitero di Miazzina e che le mensole, la copertura, il tetto, siano aggiunte posteriori.
A questo proposito bisogna ricordare che il cimitero nuovo di Miazzina, con relativa strada di accesso, è stato costruito dal Comune nel 1915 e benedetto il 2 gennaio 1916.
Prima del 1653 invece i morti di Miazzina, come quelli degli altri paesi della degania, venivano tutti tumulati nel cimitero di San Pietro a Trobaso.

Diversa configurazione presentano invece gli altri segni della devozione sparsi nell'abitato, dove prevale una iconografia votiva per lo più ad affresco sulle pareti di abirazioni, spesso ritoccate in epoca recente, e qualche cappelletta lungo la strada di accesso da valle.


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